Poesia in quartine sulle elezioni politiche italiane del 24-25 febbraio 2013 e sulle loro nefaste conseguenze.
Son finite le elezioni,
son finite le equazioni,
per calcolar tutti i seggi
che col Porcellum son più incasinati di certe leggi.
C’è chi ha votato il Cavalier dimezzato,
sperando che il dazio sulla sua casa venisse smezzato
o perchè assuefatto, visti i tempi tristi,
dalle favole sui pericolosi comunisti.
Chi ha votato l’ex comunista pelatone,
che soffre di grande afflizione,
avendo egli dimenticato un dettaglio fondamentale,
per vincer le elezioni bisogna far la campagna elettorale.
Chi ha votato il Grillo urlante,
quello del movimento dominante.
C’è da dir però che un politico incompetente,
non è detto sia un politico vincente.
C’è chi diede il voto al vecchio presidente,
che a quanto pare è perdente.
Il quale con la fissa di far quadrare i numeri,
si dimenticò dei poveri lavoratori diventati esuberi.
C’è Ingroia,
la cui dialettica ha portato alla noia.
Nonostante abbia un’ottima carriera,
non è apparso molto neanche sul Corsera.
D’altro canto c’è Giannino,
con le sue balle lo ha accellerato il suo declino,
un magro risultato
per ciò che doveva essere il centrodestra rinato.
Vi sono anche tanti altri partitini piccini che qui non starò a citare,
altrimenti vi verrebbe da vomitare.
Orsù rimbocchiamoci le maniche e continuiamo a lavorare,
o meglio a cercare un lavoro senza disperare.
Poichè, che siano due o tre le coalizioni,
se continuano con questi singolar tenzoni,
si aggraveranno solo le nostre pene
e da lì sarà un attimo a finir come Atene.
Feb 28, 2013 @ 16:54:48
Geniale! Grazie della sintesi che strappa un sorriso…amaro!
Feb 28, 2013 @ 11:54:24
Metrica incerta ma contenuto esilarante 😀
Feb 28, 2013 @ 13:40:13
Della serie ridiamo per non piangere…
MOOOOOOOON RIVEEEEEEEER WIDER THAN A MILEEEE…