Ambiente e genocidio

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Ti svegli la mattina tardi alle 11,30, vai in cucina e prendi qualche biscotto, ancora in pigiama ti siedi sul divano e, ancora intontito, prendi il Corriere della Sera dal tavolino con in prima pagina un paio di colonne di Sartori, inizi a leggere e il biscotto rischia di andarti di traverso per l’incredulità, finisci l’articolo e ti girano parecchio le gonadi così apri il computer e inizi a scrivere.
In breve questa è la genesi di questo breve articolo.

“Una modernità fuori misura” è il titolo dell’articolo di Sartori del Corriere di oggi, riguarda principalmente i disastri naturali sempre più frequenti e la loro causa profonda presumibilmente legata allo scempio ambientale compiuto dall’uomo in questi intensi secoli di modernità e “progresso”.
Premetto che ho sempre avuto una certa stima per Sartori, e di certo non mi sono scandalizzato per altri suoi recenti articoli, dove vengono sostenute tesi controverse per la sinistra, come uno in cui afferma che lo stato sociale è incompatibile con l’immigrazione di massa, tuttavia quanto scritto oggi  è per me totalmente inaccettabile

L’incipit dell’articolo è condivisibile e riguarda appunto i problemi della Terra: l’atmosfera inquinata, l’aria avvelenata, il clima destabilizzato, il paesaggio distrutto.
Ciò che però sembra premere particolarmente a Sartori è la popolazione: “il rimedio vero sarebbe una drastica diminuzione delle nascite, specialmente in Africa, che ci resituirebbe un pianete vivibile”.

E ancora: “ripeto, l’unica cura ancora a nostra disposizione è di ridurre la popolazione e con essa ridurre l’emissione di gas serra e la conseguente concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera”.
E come di grazia? Scagliando una bomba atomica a settimana su una città presa a caso? Provocando una carestia staliniana in qualche regione con troppe nascite? Facendo allegramente morire di AIDS tutta l’Africa o semplicemente negando ogni aiuto alimentare?
Arrivato alla seconda colonna non mi sarei affatto stupito di leggere Sartori proporre soluzioni del genere prima della fine dell’articolo o magari fantasticare soluzioni da Brave New World con popolazione sterilizzata e numero di nascite pianificate dall’alto.

Poiché ho stima di Sartori mi rifiuto di lasciar correre il tutto classificandolo come il delirio di un vecchio professore impazzito ed euforico della propria presunta intelligenza superiore, credo sia quindi necessario riflettere su quali sono le reali implicazioni di ciò che ha lasciato intendere e quanto disumane esse siano.
Il suo discorso inoltre è anche contraddittorio perché se la popolazione deve essere controllata soprattutto in Africa non si capisce come questo potrebbe portare alla riduzione delle emissioni di gas serra quando queste provengono principalmente dai paesi del primo mondo e del secondo mondo emergente; per fare quello dovremmo sterminare gli europei e gli altri abitanti dei paesi ricchi che peraltro sono già in crisi demografica.
Senza contare che se, come sembra, c’è un’apocalisse ambientale imminente non basta ridurre le nascite oggi in modo che la popolazione diminuisca fra ottant’anni ma bisogna sterminare qualche miliardo di persone immediatamente per risolvere il problema prima che sia tardi.

Siamo tanti, sempre di più, parecchi, forse troppi ma chi decide quando è abbastanza? Chi ha il diritto e la saggezza per farlo?
Per Malthus a inizio XIX secolo eravamo già troppi e figliavamo troppo, oggi siamo sette volte più che allora e il mondo non è finito.
Chi ha il diritto di stabilire quanti bambini devono nascere nel proprio paese o in Africa o in tutto il mondo? Con che legittimità?

La brama di onnipotenza dell’uomo industriale e il suo dominio sulla natura hanno portato al disastro ambientale e quello che Sartori propone per risolverlo è la pianificazione e il controllo dall’alto di miliardi di vite umane? Cioè altra onnipotenza all’uomo, ancora più potere, ancora più controllo su tutto.

Come si può essere così arroganti da permettersi di voler pianificare l’esistenza o meno di miliardi di persone?

Come si può pensare che l’intera specie umana esista perché gente come Sartori dall’alto ne stabilisca il numero più accettabile secondo il loro infallibile giudizio?

Mi farebbe piacere sapere se Sartori si è accorto delle naturali conseguenze dei suoi auspici e se ha la lucidità di portare alle ultime conseguenze le sue tesi.
Un efficace controllo della popolazione prevederebbe la fine di ogni sovranità degli stati perché alcuni di loro in Africa non sono in grado di attuare un controllo delle nascite e questo dovrebbe essere attuato dall’alto, presumibilmente dall’ONU; il tutto naturalmente non potrebbe essere gestito in un sistema trasparente e democratico perché nessuno lo accetterebbe.
A gestire il tutto dovrebbero infine esserci dei pianificatori-dei, dei filosofi-re di platoniana memoria, dei tecnocrati onniscienti e saggi in grado di decidere su ogni cosa noncuranti delle meschine preoccupazioni terrene di miliardi di persone.
In altre parole è una riproposizione, con motivazioni ambientali e non economiche, dei totalitarismi del novecento che pretendevano di pianificare e controllare ogni cosa dello stato e della vita dei cittadini.

Heil kameraden Sartori.