Del perché Luciana Littizzetto è più dannosa di Emilio Fede per la crescita culturale, politica e spirituale degli italiani

Aggiungo, a me Gramellini non piace. Consiglio di leggere l’articolo fino in fondo, senza saltare nemmeno una riga.

Scalinata di Odessa

Che il salotto televisivo di Fabio Fazio sia diventato un punto di riferimento culturale per tutto un mondo che si riconosce nell’attuale centro-sinistra (senza per forza essere radical-chic, il che tuttavia aiuta) ormai è risaputo. L’estrema debolezza con cui il conduttore-demiurgo gestisce le tematiche affrontate – che spesso meriterebbero ben altro approfondimento ed invece restano tristemente in superficie – anche. Di Fazio è stato detto tutto: buonista, timoroso di ogni conflitto, attento a non inimicarsi l’interlocutore anche a costo di farsi mettere i piedi in testa (esemplare l’intervista a Renato Brunetta di qualche settimana fa, quella della querelle sui compensi del Nostro, in cui Brunetta ha di fatto imposto la scaletta dei temi da toccare). Chi scrive ha sempre avuto l’impressione di un programma non all’altezza dei suoi contenuti, dei suoi ospiti (perché portare in tv gente come Gore Vidal, Mario Monicelli, don Andrea Gallo, Dario Fo, Enzo Biagi…

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2 commenti (+aggiungi il tuo?)

  1. riforoberto
    Dic 07, 2013 @ 01:32:30

    Questo articolo, lasciami dire, è di un radicalchicchismo da paura. Questo pretende da Che tempo che faccia qualcosa che non ha mai voluto essere, e probabilmente non l’ha mai visto. Occhio, io trovo quel programma in gran parte noioso e difficilmente ne ho mai guardato un intera puntata… Tuttavia riconosco a questo i meriti di un programma popolare e di intrattenimento che sta due-tre-dieci spanne sopra i soliti programmi di intrattenimento. Dire di un programma di intrattenimento che è un programma di approfondimento di basso livello e pericolosamente chino al potere equivale a dire che la coca cola fa schifo perché è una birra che sembra analcolica… La Littizzetto non è una comica che si prende sul serio o che ha intenti pedagogica, è una “parolacciaia” e piace in quanto tale (anche al sottoscritto). Non è e non vuol essere Rosa Luxemburg. Che poi il programma tenda ad cadere in facili buonismi ogni 3 per 2 è ovvio, e spesso si rasenta la pedanteria, ma sebbene il blogger che ha scritto questo post premetta che i gusti sono gusti, a mio parere non tiene fede alle premesse. Ad esempio salva senza merito alcuni e non altri, per puro gusto. Io per esempio non credo di essere riuscito mai a ridere di Rossi, spesso trovo Albanese troppo arzigogolato, e non sopporto Gramellini, o trovo noioso e sopravvalutato Saviano. Ma sono gusti e gusti rimangono.
    Pericolosi? Non credo… Non è questione di destra o sinistra, sbaglia semplicemente chi crede che un programma televisivo sia, debba essere o possa essere seriamente pedagogico per un pensiero.

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    • lopinionista
      Dic 10, 2013 @ 18:09:15

      Ti dirò, il livello non è altissimo e non mi sento di distaccarmi troppo dal senso dell’articolo.
      In molti hanno paragonato, fin dagli inizi, Che tempo che fa al David Letterman Show. La maggior parte, probabilmente, senza sapere cosa facesse Letterman se non vedendo qualche secondo al TG ogni tanto.
      Io a volte lo seguo su Rai5 (uno dei meriti della Rai, che con Rai4 e Rai5 sul digitale terrestre raggiunge picchi di qualità che le tre reti principali non toccano se non con Piero e Alberto Angela e con Licia Colò) e devo ammettere che il paragone è abbastanza calzante per lo stile accomodante del conduttore, con la differenza che l’americano non invita politici ma quasi solo personaggi dello spettacolo a stelle e strisce ed è di per sé tendente al comico. Fazio invece è accomodante che stia parlando con Pieraccioni, con Jorge Lorenzo o con Barroso.
      Le dinamiche mi sembrano ben inquadrate dall’articolo, anche se sai quanto e perché mi stia sulle palle Gramellini.
      Se mi chiedi se siano pericolosi… Sì, lo sono per l’appiattimento ad una cultura buonista-perbenista e di un livello prossimo a quello di Fabio Volo, e purtroppo per questo piacciono. Ma anche qui, credo che sia qualcosa che abbia a che fare con l’autoassoluzione del pubblico.

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